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Boicottaggio Israele, la Svizzera dice no - Osservatorio Solomon

Boicottaggio Israele, la Svizzera dice no

La Svizzera non finanzierà nessuna campagna in favore del boicottaggio economico nei confronti di Israele. L’ha annunciato il governo di Berna che ha fatto sapere la propria ferma intenzione di non dare alcun aiuto a ONG che incitano alla violenza e all’antisemitismo. L’esecutivo svizzero, inoltre, ha reso noto che le organizzazioni partner verranno scelte solo ed esclusivamente basandosi su esperienza e specifico contributo che possono dare per un determinato obiettivo. A tal proposito esponenti di UDC, PPD e PLR hanno firmato una mozione che prevede la non sovvenzione di iniziative e progetti di organizzazioni che hanno implicazioni o legami in azioni razziste, antisemite o di incitazione all’odio. L’impegno della Svizzera verrà rivolto solo ed esclusivamente alla promozione della pace e del rispetto dei diritti fondamentali di tutte le parti in causa nel conflitto israelo-palestinese e si impegnerà per promuovere una pace duratura che salvaguardi il quieto vivere nell’area.

Non è la prima volta che si cerca di ostacolare il rapporto economico fra la Svizzera e Israele. Nel maggio dello scorso anno, alcuni attivisti bloccarono l’accesso principale alla piazza d’armi di Thun in segno di protesta contro l’acquisto di droni israeliani da parte dell'esercito svizzero. Anche molti politici elvetici, per lo più di sinistra, si espressero contro la spesa accusando il governo israeliano di violazione dei diritti umani e di aver testato il materiale in Cisgiordania, Gaza e Libano.

Il ministro della difesa Ueli Maurer disse che il Consiglio federale non vedeva nessun problema nel fatto che i droni venissero dallo Stato ebraico. Maurer disse gli acquisti in causa erano “volti a sostituire materiale il cui ulteriore impiego non è più giustificabile dal punto di vista tecnologico ed economico” e che il nuovo materiale era “orientato al progetto di ulteriore sviluppo dell’esercito”.

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